Ciliegie
Che la frutta faccia bene al nostro organismo, è un dato di fatto, ma non tutti sanno che le ciliegie, oltre ad essere irresistibilmente buone, vantano tantissime proprietà nutritive: sono ricche di vitamina C e potassio, alleati del fegato, della pelle e della vista, regolano la pressione arteriosa e migliorano i livelli di melatonina. Le loro antocianine sono invece potenti antiossidanti e sembrano agire come i farmaci antinfiammatori. Insieme alle fragole, alle pesche e all’anguria, sono il frutto preferito dagli italiani.
Le ciliegie si raccolgono da fine maggio a fine giugno, la loro stagionalità come altri tipi di frutta, è molto breve, per questo è bene fare ricche scorpacciate in questo periodo dell’anno.
Varietà di ciliegie
In base al colore e consistenza della polpa, è possibile distinguere due categorie di ciliegie italiane:
- Tenerine, piccole, dal colore rosso chiaro e dalla polpa tenera
- Duracine più grandi e con un colore rosso scuro e una polpa croccante.
Le varietà di ciliegie più note sono:
- Ciliegia ferrovia, originaria della Puglia, dalle dimensioni grandi, colore scure e sapore molto dolce ed intenso;
- Durone di Vignola, ciliegia emiliana, anch’essa grande, scura e dal gusto molto dolce;
- Ciliegia di Marostica, dal colore rosso intenso, polpa croccante e sapore molto dolce;
- Ciliegia Anella, dal colore rosso intenso, polpa soda e sapore medio-dolce.
Perché la Ciliegia Ferrovia si chiama così?
Ci sono due versioni riguardanti l’origine della Ciliegia Ferrovia.
Il nome “Ferrovia”, secondo la tradizione comune, risale al 1935 quando fu notato il primo albero di questa varietà di ciliegia vicino al casello delle Ferrovie del Sud-Est di Sammichele di Bari e curato per diversi anni dal casellante ferroviario dell’epoca, Giorgio Rocco. Da allora essa prese il nome di “Ferrovì”.
Secondo l’altra versione la storia della Ciliegia Ferrovia nasce negli anni trenta in un terreno nei pressi della Masseria Caracciolo, nel cuore del territorio di Turi, quando due agricoltori locali, Matteo Di Venere e Giovanni Arrè, dopo un frugale pasto accompagnato da alcune ciliegie ne seminarono i noccioli nei pressi di una piccola specchia di pietre. Un anno dopo la semina, i noccioli iniziarono a germogliare e qualche anno dopo si iniziarono a raccogliere le prime ciliegie. I due agricoltori decisero di provare a commercializzare il prodotto anche nel nord Italia, essendo un frutto idoneo a lunghi trasporti in treno.
Quale delle due versioni vi convince di più? Intanto che ci pensate, correte dal fruttivendolo a farne scorta!