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Cassone romagnolo: origini e tradizioni

L’Emilia Romagna è tra le regioni con il patrimonio enogastronomico più ricco e detiene il primato in Italia dei prodotti a marchio Dop e Igp: l’Aceto balsamico di Modena, la Mortadella di Bologna, il Culatello di Zibello, il Prosciutto di Parma, la Salama da sugo di Ferrara, lo Squacquerone romagnolo; terra ricca di sapori e tradizioni millenarie, come Tortellini, Cappelletti, Cappellacci, Passatelli, Tagliatelle, Piadine e Cassoni, vanto delle Azdore, simbolo positivo di instancabile operosità.

Cassone romagnolo
Making of the traditional italian pasta dough – Cassone romagnolo

La stagione estiva si avvicina, quest’anno tutti in Riviera per le vacanze estive a prendere il sole, a ballare la Mazurca e a mangiare il Cassone! Il Cassone o Crescione – in romagnolo carsòn o casòun– è un piatto, caratteristico dello street food romagnolo, preparato con l’impasto della piadina. La sfoglia viene farcita, ripiegata e chiusa prima della cottura in padella. Per chiudere i crescioni sono generalmente usati i rebbi di una forchetta per schiacciare ed unire i bordi. Il nome di questo piatto, cambia a seconda della zona: nella zona del ravennate si chiama Crescione, verso il riminese, Cassone; cambia il nome ma resta la sostanza, una sostanza fatta di tradizioni, genuinità e amore per la madre-patria.

Da cosa deriva il termine “cassone”?

Il suo nome deriva dalla farcitura più utilizzata: l’ erba crescione, poco diffusa ai nostri giorni, ma che un tempo cresceva rigogliosa lungo i fossati, a cui veniva aggiunto aglio, cipolla o scalogno, questa è la farcia tradizionale, ma anche il ripieno è personalizzato a seconda della zona: all’inizio del secolo scorso, a Bagnacavallo (RA) venivano confezionati e distribuiti al popolo, dalle confraternite filantropiche durante le festività locali, farciti di maccheroni pasticciati.
Nella frazione riminese di S. Giuliano (RI), i pescatori offrivano per strada i casòn (cassoni) riempiti con erbette lesse e pesciolini fritti.
A Tredozio (FC) durante la sagra del paese, si confezionavano bartlàz (bartolacci) ripieni di patata lessa, pancetta e parmigiano. Negli anni si sono sviluppate anche altre versioni, con abbinamenti semplici e veraci, come pomodoro e mozzarella, che ricorda la pizza napoletana o abbinamenti meno tradizionali e più sofisticati.

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