Identikit del carciofo pugliese: giovane e di successo
Identikit del carciofo pugliese: giovane e di successo
Il carciofo pugliese, nonostante la sua breve storia, rappresenta circa un terzo dell’intero mercato ortofrutticolo italiano. Riconoscibile per le sue grandi foglie verdi e il suo gambo sottile.
La sua diffusione inizia nel secondo Dopoguerra, ma le prime notizie sul suo consumo in Puglia risalgono al 1700. Si è dapprima diffuso in provincia di Bari e Mola, per poi allargarsi in quelle di Brindisi e Foggia. Si è passati dai circa 100 ettari coltivati nel 1946 agli oltre 9000 degli anni Ottanta. Il vero e proprio boom è però dei primi anni Sessanta: secondo i dati Istat dal 1961 (2000 ettari) al 1965 (5000 ettari) la superficie dedicata a questo ortaggio è più che raddoppiata. Ad oggi è proprio la provincia di Foggia che detiene il primato sul carciofo pugliese. Nelle province di Lecce e Taranto, questa coltivazione non è rilevante. La coltivazione del carciofo in Puglia ha dato origine a diverse sagre, come a San Ferdinando di Puglia, Trinitapoli, Brindisi e Mesagne. A Bari, inoltre sono stati organizzati diversi congressi internazionali e giornate di studio sul carciofo. Il più importante riconoscimento per questa primizia è arrivato negli anni Duemila, precisamente nel 2006, con l’attribuzione dell’Igp. Fritto, sott’olio, ripieno, il carciofo pugliese si presta a qualsiasi ricetta. In Puglia è famoso il carciofo alla brindisina, ripieni di mollica di pane.